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L'AMANTE DEL TUO AMANTE È LA MIA AMANTE
(TOUT ÇA... POUR ÇA!)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 13 dicembre 1993
 
di Claude Lelouch, con Fabrice Luchini, Vincent Lindon, Francis Huster, Alessandra Martines, Marie Sophie L. (Francia, 1993)
Da sempre, Claude Lelouch predilige le situazioni ed i personaggi che si concatenano all'interno delle sue storie. Ciò gli permette di dilettarsi in uno dei suoi passatempi favoriti: la dissertazione (a colpi di salti nel tempo, di scorciatoie ed ellissi più o meno virtuosisticamente giocate d' istinto) sulla coppia, l'amore, il destino. Ecco allora tre simpatici balordi, costretti dalle proprie delusioni amorose a svariati compromessi con la legge, che saranno giudicati da un altro terzetto: quello composto da magistrati, a loro volta coinvolti in un intreccio malizioso, in un "marivaudage" sfrenato, assai più sessuato (e sessista) di quello dei sentimentali furfanti.

Lelouch ama egualmente le proprie manie che, inesorabilmente, costellano TOUT CA POUR CA: furibonde giravolte della cinepresa, belle donne riprese in controluce, spiagge, lampadine colorate e musichette destinate a rappresentare la magia, e magari la poesia, universale. Un cinema popolare: ma rivisto e (ahimè) corretto dall'occhio di uno snob guastato dalle proprie manie mondane. Come al Vadim degli anni sessanta, ogni tanto al talento un po' fatuo di Lelouch la ciambella riesce col buco. È quando egli sa mettere al servizio della sua megalomania creativa (di sceneggiatore, dialoghista, fotografo) la propria complicità con gli attori: che sa lasciare improvvisare, dare del loro, all'interno dei momenti privilegiati, delle descrizioni del presente. Che finiscono così per spiccare, all'interno di faccende solitamente piuttosto scombiccherate.

È quando - come qui - si ritrova uno strepitoso trascinatore come Fabrice Luchini: scatenato, irresistibile, esilarante. Allora la follia, la leggerezza, l'assurdo tanto laboriosamente inseguiti con la paccottiglia delle immagini (il processo, con strip-tease e gli imputati al posto dei giudici), la poesia affannosamente sottolineata (la spiaggia con i lumini, la bambina con il cappello di paglia), possono finalmente liberarsi.

E TOUT CA POUR CA diventare finalmente ciò che voleva essere: uno schizzo innocente e liberatorio, una dissertazione controllata e razionale sull'arte dell'improvvisazione. La voluttà dell'abbandonarsi.


   Il film in Internet (Google)

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